Schema delle piste dei mammiferi in località Osoppo (Della Vecchia)
VIAGGIO NELLE MERAVIGLIE NASCOSTE DEL FRIULI di Giuseppe Muscio
Il paesaggio dell’alta pianura friulana è caratterizzato dall’ergersi di alcuni rilievi isolati: il più significativo fra questi è il Colle di Osoppo. Vien da chiedersi che cosa ci faccia così isolato in mezzo alla pianura!
Nella sua ridotta dimensione esso cela diversi tesori geologici che meritano una visita.
Partiamo da lontano per comprenderne l’origine. Circa 6 milioni di anni fa, per un serie di ragioni geologiche, il bacino del Mediterraneo si abbassa notevolmente, fino quasi a prosciugarsi: il reticolo fluviale che si stava instaurando nell’attuale Friuli viene condizionato nel suo sviluppo da questo rapido approfondimento e successivo innalzamento, quando il Mediterraneo riprende il suo aspetto in poco meno di un milione d’anni. Ecco così che il nostro paleo-Tagliamento prima approfondisce la sua valle e poi la riempie, costruendo così un alveo vasto e molto potente dove i conglomerati fluviali sono intercalati anche a depositi deltizio-lacustri.
Questi depositi vengono poi consolidati e in gran parte erosi in particolare dall’azione dei ghiacciai quaternari, ma l’area attuale di Osoppo ha una peculiarità: si trova nel punto in cui il ghiacciaio del Fella e quello del Tagliamento (che scendeva dalla valle di Cavazzo) confluivano e quindi rallentavano la loro velocità riducendo la capacità erosiva: ecco come si è formato il Colle di Osoppo e quelli di San Rocco e Carantan.
Il conglomerato di Osoppo ha una età che risale alla fine del Miocene, fino all’inizio del Pliocene, poco più di 5 milioni di anni fa. Il deposito ha una potenza complessiva di un centinaio di metri, ma in origine, prima delle esarazioni glaciali, sicuramente superava i 200 m.
Ai depositi conglomeratici fluviali di Osoppo si intercala, come detto, un significativo episodio deltizio-lacustre. La profondità del lago, probabilmente propiziato da un accumulo di frana che per un certo tempo sbarrò i deflussi fluviali, a Osoppo non superava i 20 m. Ma già nella vicina Braulìns lo stesso lago superava la profondità di 90 m.
In sostanza potremmo dire che chi cammina in cima al colle lo fa sul letto del Tagliamento di … 5 milioni di anni fa.
Ma il vero “scoop” geologico è che, alcuni anni fa, alla sommità meridionale del Colle, nei banchi fluviali che ricoprono i depositi deltizio-lacustri sono state rinvenute piste fossili attribuite, in base alla morfologia delle orme e alla possibile età dei depositi, a equidi, a un rinoceronte e a un bovide. Essendo i ritrovamenti di impronte fossili di mammiferi di tale età (Miocene sommitale-Pliocene inf. basale) molto rari in tutto il mondo, quelle rinvenute al Colle di Osoppo rivestono un considerevole interesse scientifico. Le impronte sono conservate in un livello sabbioso finissimo compreso tra banchi conglomeratici. La superficie interessata dai reperti è di circa 100 mq, con cinque differenti piste e alcune impronte isolate.
L’insieme dei dati suggerisce una sequenza di transiti successivi. Iniziarono i tre equidi (molto probabilmente del genere Hipparion) quando il sedimento era ancora molle; successivamente su un sedimento più asciutto e compatto transitò un bovide e, per ultimo, un piccolo rinoceronte.