di Amos D'Antoni
Santa Lucia, Vergine e Martire, nacque a Siracusa sul finire del III secolo e morì il 13 dicembre del 304, sgozzata con una spada. Il suo corpo riposa a Venezia, accanto a quello di San Geremia, su un altare laterale, dentro un’urna marmorea. E' patrona oltre che di Siracusa, dei ciechi, degli oculisti e contro le malattie degli occhi. Il 13 dicembre giorno in cui viene ricordata la Santa, dalla tradizione popolare viene identificato come il “giorno più corto che ci sia”. Il detto trae origine prima del 1582 quando c'era la sfasatura fra calendario civile e quello solare, il solstizio d'inverno cadeva fra il 12 e 13 dicembre, e rendeva effettivamente che il 13 era il più corto dell'anno. Attualmente invece il solstizio cade il 21 dicembre e questo giorno è il più corto dell'anno, perché il sole resta sopra l'orizzonte circa 4 minuti in meno rispetto al 13 dicembre.
La Santa, nacque da una nobile famiglia cristiana e sin da giovane ella si consacrò a Dio con voto di perpetua verginità. Dalle consuetudini dell'epoca però, venne promessa sposa a un giovane signorotto del territorio che si era invaghito della sua bellezza. Rimasta orfana di padre, è la madre Eutichia, anche se sofferente di una grave malattia, a custodire Lucia. Questa un giorno propose alla madre di recarsi in pellegrinaggio a Catania presso il sepolcro di Sant'Agata, per domandare a Dio la grazia della sua guarigione. Il 5 febbraio del 301 arrivate sulla tomba della Santa pregarono intensamente e Lucia consigliò la madre di toccare con fede il sepolcro della santa patrona di Catania. Ma ecco che apparve Sant'Agata in visione: “Sorella Lucia, tu che sei consacrata a Dio, puoi ottenere per tua madre quello che chiedi a me e per la tua fede ella è già guarita”. Subito dopo la visione Eutichia constatò l'effettiva guarigione e Lucia rivelò alla madre di donare la propria vita a Dio rinunciando allo sposo terreno e di elargire tutte le proprie ricchezze ai poveri. Così Lucia da ricca che era si fece povera e si dedicò alle opere di misericordia a vantaggio dei poveri, degli orfani e degli infermi. Ma il giovane che l'aveva pretesa come sposa, si vendicò del rifiuto e la denunciò quale cristiana al Prefetto di Siracusa.
Era l'anno 304 e in quel periodo governavano gli imperatori Diocleziano e Massimiano che avevano emanato un editto di sterminio dei seguaci di Cristo. Lucia arrestata, rifiutò con fermezza di adorare gli dei pagani e venne processata dal magistrato Pascasio. Durante il dibattimento cantava inni al Signore e profetizzò l'imminente fine delle persecuzioni di Diocleziano e Massimiano che finiranno miseramente, mentre trionferà la pace e la chiesa di Cristo. Dopo aver tentato di bruciarla viva, uno degli sbirri del magistrato, le infierì un colpo alla gola con una spada uccidendola. Lucia venne sepolta nelle catacombe cristiane della sua Siracusa. Il culto della Santa, è diffuso nell'Europa del Nord e in Italia in particolare nelle Province di Udine, Verona, Brescia, Mantova ed è legato a due tradizioni, quella di portare ai bambini i “doni" e invocarla contro la malattie degli occhi. L'usanza è nata nel sedicesimo secolo quando nelle campagne era in uso praticare la perequazione, cioè chi aveva raccolti abbondanti ne donava una parte ai meno fortunati, una forma di solidarietà. Si narra che in quel periodo alcune zone fossero state colpite da grave carestia, mentre altre avevano avuto abbondanza. Le donne avevano organizzato una distribuzione anonima di sacchi di grano trainati da asinelli da lasciare, tra la notte del 12 e 13 dicembre, sulle porte delle famiglie con bambini ritenute indigenti. I beneficiati pensarono che fosse stata una grazia lasciata dalla martire siracusana, per i propri figli.
Con il tempo l'usanza dei regali del 12 si consolidò e l'attesa della Santa con l'asinello è proseguita da una serie di riti: i bambini scrivono una letterina con la richiesta dei doni e vanno a nanna presto. Lasciano sulla porta di casa una manciata di paglia e una ciotola di acqua, perché l'asinello sosti e si alimenti mentre Santa Lucia deposita i doni per i bambini buoni e cenere per i birichini. La distribuzione di una volta assegnava i doni solo ai poveri, oggi invece la consuetudine poco o tanto distribuisce a tutti.