TRATTI CHE LASCIANO IL SEGNO di Andrea biban
Lorenzo Vale è nato nel 1973 a Udine, dove vive e lavora. Dopo aver conseguito il diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia con Angela Vettese, compie numerosi viaggi per conoscere da vicino le opere d’arte presenti nelle città d’Europa. Interessato alle teorie dell’arte, della percezione e del colore, ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento tra Padova e Venezia, dove ha studiato con Giovanna Rizzetto. Annovera molte esposizioni personali e collettive, oltre che nei centri friulani e veneti in altre città d’Italia fino ad arrivare nel 2019 al raggiungimento dei prestigiosi riconoscimenti ottenuti al Premio Mestre di Pittura e al Premio di Pittura Dario Mulitsch a Gorizia.
Cosa ti ha spinto a entrare nel mondo dell’Arte?
Una volontà e determinazione molto forte che sentivo dentro da quando ero ragazzino e che mi hanno aiutato a continuare in questo percorso fino a diventare un pittore, un artista. Terminato il Liceo Scientifico mi sono iscritto, aiutato dal pittore Carlo Venturini, alla Accademia di Belle Arti di Venezia con indirizzo pittura. I miei docenti erano due artisti astratti, Riccardo Guarneri e Ennio Finzi, che mi aiutarono molto, lasciando che io mi esprimessi anche in modo molto differente rispetto alla loro ricerca visiva. Finzi in particolare mi ha indicato il percorso artistico come difficile e pieno di ostacoli, ma anche affascinante e così è stato. Allora avevo 19 anni una età piuttosto matura in comparazione ai pittori del passato che a 20 anni erano già formati e avevano la bottega.
Acquaforte, Incisione, Olio
Forte degli esempi di valenti artisti di grafica e pittura che abbiamo qui in Friuli: le incisioni di Zigaina, gli oli di Anzil e del Pellis, tutti esempi per me importanti e grazie agli studi della amata storia dell’arte, permane in me l’esigenza di approfondire le tematiche classiche.
Sono altresì consapevole che ognuno di noi ha un percorso artistico che non finisce mai e per questo affronto diversi temi e generi contemporaneamente esprimendomi con le tecniche tradizionali dell’acquaforte e dell’olio.
Le tue opere accomunano i quattro elementi
Aldilà di un “fuoco interiore” c’è la natura del nostro Friuli molto presente nelle mie opere. L’aver visto, toccato con mano le piante, fiori, animali, e allo stesso tempo esserne affascinato è un poco come aver visto da bambino delle riviste che riconducono all’infanzia (“Illustrazione dei piccoli”), come le immagini del Doganiere Rosseau, Mordillo da cui ho tratto ispirazione. Immagini che mi esprimevano esotismo mescolate alla natura friulana. In tanti lo hanno chiamato surrealismo. Penso che in certi miei quadri, quelli dove le figure lasciano spazio a fondi ampi e tersi, ci siano delle contiguità con alcuni dipinti di Magritte.
L’ horror vacui che tante volte mi fa patire e diventa tale anche quando uso delle superfici terse come nei cieli blu coincide con la volontà di creare una superficie preziosa: è la necessità di attenzionare ogni piccolo spazio della tela con l’obiettivo di dare un valore a tutta la superficie pittorica; così nel “campo visivo” da me creato tutto è importante, ogni elemento acquista valore e l’equilibrio complessivo non va perduto.
Dove andrà Lorenzo?
Lo scorso anno è stato molto importante, perché aldilà di quattro esposizioni personali tenutesi a Oderzo, Castelfranco Veneto, Venezia, Pordenone ho trovato molta soddisfazione dai riconoscimenti sopra menzionati di Mestre e Gorizia. Due esperienze che mi hanno dato nuove energie e idee per continuare il mio cammino di ricerca. Corrado Albicocco che conosco e con cui sto continuando a collaborare mi ha insegnato a rischiare, a superare i miei limiti, esplorare nuove strade. La mia volontà è quella di fare qualcosa di importante e che nel tempo, pur mantenendomi ancorato alle radici dell’amato territorio, mi faccia conoscere anche fuori dai confini.
Cosa diresti a un tuo allievo che volesse cimentarsi nel mondo dell’arte?
Il mio consiglio è di studiare molto, essere umile, mai smettere di ricercare e sperimentare.
Mi ricordo una intervista che fecero a Francis Bacon e gli chiesero cosa dovrebbe fare uno che volesse iniziare a fare l’artista. Lui, artista già affermato, disse: <<un giovane pittore dovrebbe conoscere la storia dell’arte dagli egizi fino all’età moderna>>. Sapere che prima di te ci siano stati 4.000 anni di storia e di grandi talenti ma che tu, nel tuo piccolo potrai fare qualcosa di importante.